Voglio spezzare una lancia per Lido Adriano, che molti dei miei concittadini ravennati, eleganti o cafoni che siano, continuano a percepire come una “terra di nessuno”, di cui diffidare e stare alla larga. Io invece ne parlerò bene e fra qualche riga vi dico perché, intanto però qualche ragionevole premessa. La località, in effetti, ha una storia complicata alle spalle – nonostante il nome dalle nobili reminiscenze letterarie dantesche –, a partire dalle origini sospette di speculazione edilizia. Lo sviluppo economico di un territorio selvatico: al posto di dune e lagune, condomini e villette, strade e alberghi in riva al mare, cresciuti in notevoli dimensioni e in fretta, miraggio di un nuovo e moderno villaggio turistico della riviera. Ancora oggi, Lido Adriano appare come spazio di confine, dall’identità mutevole: quartiere periferico, località balneare, luogo ibrido in cui sono stratificate ondate emigranti, dall’Italia e dall’estero. Un po’ come la Darsena, il Lido è un